giovedì 27 luglio 2017

Recensione "CERCAMI...IO SONO QUI" di Chiara Cipolla




SINOSSI

Carlotta e Jorg, luce e buio, bianco e nero, irreparabili opposti? 
Oppure Yin e Yang, dove una punta di oscurità s’annida sempre nella luce e una sorgente di luce germoglia irresistibilmente dal buio? 
Certo, non sarà facile riconoscere quel piccolo raggio di sole, se è barricato dentro l’involucro di un arrogante e presuntuoso avvocato svizzero di 33 anni, bello come Brad Pitt in “Vento di passioni” e altrettanto ostile e inaccessibile.
Di fronte Carlotta, a prima vista l’incarnazione della purezza, che cela una ragazza forte e indipendente, che sa quello che vuole e cerca con determinazione di conquistarlo. 
Le loro anime si incontrano come spade in un duello. Sin dal primo momento c’è una forte attrazione reciproca ed unica che non è solo fisica: è istintiva, è intellettuale, è, soprattutto, spirituale. Tutto fra loro è in sintonia profonda ma al tempo stesso lontano anni luce da quanto entrambi si aspettano dalla vita. Così si incontrano e scontrano, si cercano e respingono, si amano e ferisco innumerevoli volte. 
Riusciranno a cessare questa lotta una contro l’altro e al contempo contro i propri pregiudizi? A trovare un equilibrio nell’inseguirsi degli opposti, al di là di un mero sogno d’amore? E riuscirà, ognuno dei due, a rinunciare a se stesso per divenire l’altro?



LINK D'ACQUISTO



RECENSIONE

Galeotto fu il libro e chi lo ha scritto


Così recitava il sommo poeta. E galeotto del romanzo di Chiara è quel genere rosa che tante generazioni di donne ha accompagnato. Madri, figlie, nonne e bisnonne cresciute sospirando e versando lacrime di commozione su quelle pagine rese eterne dalle emozioni che hanno nutrito, da sempre, quel colore che deve adornare i sentimenti. Se i sentimenti non sono rosa, scappate, fuggite via lontano.

La protagonista Carlotta è come la Catherine di Cime Tempestose, indomita a volte ribelle, o come la Elizabeth di Orgoglio e pregiudizio, spigliata e sagace. Ma anche fuori dal tempo e dalle convenzioni come la tanto amata Jo di Piccole donne, anacronistica per tempi cosi rigidi, che si nutrivano di svenevoli eroine lacrimose, non così tanto distanti dalla nostra epoca un po' vezzosa.

Se il testo appare in una prima superficiale lettura il trito e ritrito schema del bello e dannato ricco e altèro che insidia le grazie della dolce e ingenua protagonista, una sorta di Cenerentola moderna tutta battiti di ciglia e languidi sorrisi, la Cipolla sa, invece, spiazzare tutti, infondendo con grazia rara una note di freschezza e di bellezza nella trama arricchendo i suoi personaggi del vitale flusso di emotività per nulla scontata o banale, rifuggendo da essi il rischio ( non così raro nel rosa) di creare facili cliché, un po' noiosetti e senza corposità. Tutto questo adornando l’irruenta arroganza di Jorge, maschio alfa del branco, con una profonda fragilità resa ancor più pesante da un fardello di traumi passati, di problematiche trattate con sapienza e attenzione, tanto da commuovere nel profondo anche gli animi più tetri. E la protagonista Carlotta si libera dalla sua apparenza da svampita Cinderella arricchendosi della forza, mai rassegnata di chi sa reagire di fronte a sogni spezzati, con grinta ricostruendosi e reinventandosi giorno per giorno. E cosi, il nostro libro di evasione, diviene uno spaccato di quella
conosciuta commedia umana che narra, mostra e perché no, analizza la difficile strada che porta all’incontro con l’altro. Pregiudizi, orgoglio, fraintendimenti e paure divengono i nuovi ed eterni temi su cui, anche un libro di facile fruizione, per il linguaggio scorrevole e dalle immagini potenti, può far riflettere. Il lettore avvinto dal susseguirsi di eventi inaspettati, che spesso lo lasciano basito, riesce tuttavia a ritagliarsi un istante per immedesimarsi, riconoscersi e pensare alla sua vita, al suo passato e al suo presente. E pensare che grande dono può farci un semplice scritto!

Perchè in fondo, ci ricorda l’autrice l’amore è un semplice e complesso viaggio che è e resterà sempre atto spremo di coraggio e percorso unico e inimitabile di crescita interiore. E si cresce se si riesce a comprendere come il ruolo o le maschere che indossiamo non sono altro che veli che coprono il nostro vero io. La nostra anima autentica la può svelare soltanto un banale, ma tanto decantato sentimento come l’amore:


Quando l’amore vi chiama, seguitelo. 
Anche se le sue vie sono ardue e ripide. 
E quando le sue ali vi avvolgeranno, 
affidatevi a lui. Anche se la sua lama, 
nascosta tra le piume vi può ferire. 
E quando vi parla, abbiate fede in lui. 
Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni 
come il vento del nord devasta il giardino. 
Poiché l’amore come vi incorona così vi crocifigge. 
E come vi fa fiorire così vi reciderà.



Ecco cosa raccontava sull’amore il poeta libanese Gibran. L’amore distrugge per ricostruire, ferisce per potere curare ma soprattutto si nutre della nostra fragilità per renderci più forti. Ecco il segreto di questa storia d’amore dal sapore unico e differente, rispetto ai rosa che oggi tanto attraggono le nostre figlie e le madri. Non è il potere, il sesso a unire questi due ragazzi, ma è la
scoperta della fragilità dell’uno negli occhi dell’altro. come racconta Carlotta del loro primo incontro:


E’ stato quando ho visto la sua fragilità che il mio cuore è andato in pezzi…
E’ stato quando mi ha chiesto scusa per come si era comportato.
E’ stato quando se ne è andato con quell’aria afflitta.
E’ lì che mi sono presa una sbandata colossale per lui.


Innamoratevi del lato meno appariscente di una persona. Di quella sua ari smarrita ma profondamente umana, di quel bisogno di calore, di un abbraccio di profonda unione con l’altro. Solo vedendo davvero in fondo a una persona riconoscendo la sua anima come affine che potrete superare indenni le mille tempeste della vita.

Leggo Chiara e mi sembra di scorgere un viso conosciuto, il volto benevolo di una scrittrice che fu la prima a mettere i suoi protagonisti nudi uno davanti all’altro (ovviamente in senso figurato) la tanto acclamata e mal compresa Jane Austen. Sono convinta che leggeva con me il testo di questa giovane autrice, leggeva la delicata descrizione dei sentimenti, delle problematiche di quell’eterno cercarsi rincorrersi e stentare a trovarsi. Sentimenti non scontati e non traditi sull’altare degli stereotipi ma che dannò la visuale di una splendida umanità complessa e variegata. Tutto questo le strapperò un sorriso e a dire il vero, lo strapperà anche a me.

Che le mie parole, umili sicuramente, ti siano da sprone a scrivere, scrivere senza sosta, perfezionando una tecnica già interessante a livello artistico. Che ti possano aumentare l’imperterrita volontà di conquistare sempre maggiore maestria. Perché tu non perda mai la semplicità lodevole che oggi ti accompagna nel rincorrere il tuo sogno. perché tu non dimentichi, sull’altare dell’immediato consenso dei molti, la meraviglia della semplicità, che è e deve restare il tuo punto di luce. Che tu non rincorra l’ossessione del maestoso dettagli scenico, dell’eccesso che farà tanto scalpore ma dona al lettore vero, tanta tristezza. È la profondità soave di questo scritto, quello che
sai infondere a ogni frase la vera arte. E l’arte è silente, mai disarmonica. Non perderla mai.

5 Stelle


Nessun commento:

Posta un commento